Test of Time Challenge: Tsodil, parte 1 – Di sinistri individui in pelliccia di moffetta e inquietanti uomini verdi

Nota preliminare: Di storia, le cinque famiglie iniziali non sono le uniche ad abitare l’isola. Ci sono anche altre persone, un intero villaggio, ma la storia segue solo loro cinque.

E così inizia ufficialmente la mia Challenge della Prova del Tempo. È la mia prima challenge, e voglio fare qualcosa che non faccio mai: provare a giocare secondo il fantomatico gameplay realistico. Questo significa niente motherlode e, soprattutto, nessuna creatura sovrannaturale.

AIFJEWPFOKWEFMWIADPOSVQPAEOFKJQEFPèELADè+Q

Dharzik-Ved e Steshi-Belna Tsodil sono approdati sull’isola dopo chissà quanti giorni di viaggio per mare – Del resto, nessuno sa dove sia esattamente quest’isola. Provengono dal sud dell’Africa, da quello che millenni dopo sarà chiamato Botswana, e sono partiti subito dopo il loro matrimonio.

Dharzik è principalmente un pescatore. Sa anche come coltivare la terra, ma il suo vero talento è sempre stata la pesca. Chissà che non trovi un terzo campo a cui dedicarsi. Curioso e bramoso di conoscenza, è stato lui a proporre a Steshi di partire per una nuova terra. E sembra proprio l’abbiano trovata: un’isola dove i sentieri naturali sono fatti di una strana roccia grigia venata di bianco e giallo. Ma non sembra tossica, quindi poco importa. È stata Steshi a farglielo notare perché, nonostante sia stato il fautore del loro viaggio e sia teoricamente pronto a gettarsi nell’ignoto solo per scoprirne i segreti e renderlo non-ignoto, Dharzik è un fifone.

La dolce Steshi è la moglie perfetta: dedita alla famiglia e talentuosa nel cucinare – Soprattutto i pesci pescati -, con una leggera goffaggine che la rende tenera. Ed è anche la discendente di una famiglia di pittori rupestri, che nella loro terra natia ricoprono un ruolo quasi sacerdotale. Oltre ad avere una famiglia numerosa – Molto numerosa -, Steshi spera di poter seguire le orme della sua famiglia e diventare la pittrice rupestre più richiesta più amata più adorata più venerata e avere tutte le attenzioni per sé per puro spirito di solidarietà.

Dharzik e Steshi si sono stabiliti sulla spiaggia, vicino al loro punto di attracco. Hanno creato una mobilia posticcia con legno, roccia e pelli animali. Dharzik si è subito dato alla pesca e all’agricoltura, Steshi ha approfittato di un grosso masso per iniziare ad usare i pigmenti che si è portata dietro e i mirtilli che ha trovato in giro.

Tutto sembra procedere nel migliore dei modi: Dharzik e Steshi si amano tanto, ma proprio tanto, tantissimo, e Steshi scopre di essere incinta.

Una notte, mentre Dharzik è fuori a pesca, succede qualcosa.

Una persona vestita in pelliccia di moffetta s’introfola nel loro territorio e sottrae loro il bancone di canne. Forse avrebbe rubato altro, se avesse avuto abbastanza forza fisica e Steshi non si fosse svegliata. La persona è scappata, Steshi è turbata, e loro sono senza bancone di canne. Al ritorno, informato dei fatti, Dharzik si mette in cerca di qualche clan che veste in pelliccia di moffetta, pronto a scuoiarli di pelliccia e pelle, ma la sua ricerca è vana. Grazie ai numerosi pesci pescati, però, può barattarli con un po’ di aiuto per trovare nuove canne e costruire un nuovo bancone.

[Questo è il momento in cui mi sono accorta di non aver fatto detonare i ladri. Dharzik non li ha trovati, io sì.]

La vita riprende tranquilla: il bambino sta per nascere, Steshi si sente leggera come una foglia anche se ormai il suo peso raggiunge quello di un cetaceo di medie dimensioni ma, soprattutto, Dharzik e Steshi si amano molto, davvero molto, moltissimo.

Un paio di notti dopo, mentre Dharzik è di nuovo fuori a pesca, Steshi si prepara per andare a dormire. Che è quello che fa tutte le notti, perché la notte non si vede che cosa si sta dipingendo, ed è abbastanza inutile rimanere svegli, se si è da soli.

Quel che non succede tutte le notti è che nel cielo appaiano strane luci colorate. Attratta dai colori e dal loro movimento, Steshi si avvicina – E anche le luci si avvicinano! E non solo le luci! Guarda come si avvicinano! Ah, no, in realtà è Steshi che sta levitando a gran velocità verso le luci e la sinistra ombra al di sopra.

Qualche ora dopo, Steshi si ritrova a casa sua. Nell’oscurità, le sembra di intravedere un uomo di roccia, calvo e con la pelle verde. L’uomo se ne va senza voltarsi, le luci spariscono, Steshi riflette sul fatto che forse la roccia dei sentieri è davvero tossica.

[E questo è il punto in cui qualsiasi pretesa di realismo è andata a bovini.
Forse perché, checché ne dica la lore, in quel momento loro erano l’unica famiglia dell’intera isola, quindi il gioco ha generato tutti i possibili eventi – ladro, alieni – uno dietro l’altro-]

La prima gravidanza di Steshi è stata piena di sorprese, e lei le ha riportate tutte su pietra. Dharzik non sa se essere più affascinato o preoccupato – Il problema di essere un knowledge vigliacco nell’Età della Pietra, oltre al fatto che tutte queste cose sembrano succedere alla sua povera mogliettina incinta ogni qualvolta la sua povera mogliettina incinta è da sola. Forse dovrebbe essere più presente, ma il luogo migliore per pescare è in cima ad un monte e Steshi non riuscirebbe mai ad arrivare fin lassù con tutto il caldo che c’è.

[Dietro le quinte: La famiglia Tsodil è la famiglia con cui imparo a giocare senza motherlode e senza comodità, quindi ne passano di ogni genere, numero e caso. In particolare, la povera Steshi è stata in punto di morte non so quante volte – Anche se ho poi scoperto che, in TS3, le donne incinte sono immortali. Scusate, vengo da TS2- Ma dicevo, Steshi, il caldo e la programmazione di TS3.

Come da regole, per questo periodo è settata un’estate perenne. Questo significa picchi di 30°C che sembrano possa portare al liquefacimento dei Sim – O meglio, alla loro autocombustione. Io, povera stolta, pensavo che un bagno nel mare o una visita alla sorgente-doccia potesse far scendere la temperatura. A quanto pare, l’acqua è inefficace contro il caldo. Se non fosse morta di autocombustione, Steshi era prossima allo svenire per il caldo in acqua, e dunque affogare. L’UNICO modo per sopravvivere alla calura estiva è chiudersi tra quattro mura e un tetto, anche senza finestre. Con il sole a picco, senza aria condizionata o corrente più fresca che passa dalle finestre questo porterebbe ad un effetto forno, dunque ad un probabile soffocamento o ad un collasso, ma a quanto pare i Sim funzionano in modo diverso.

Non avendo “soldi” per poter costruire quattro mura e un tetto, onde evitare la fine della challenge per inspiegabili dettagli di programmazione, ho costruito quattro mura e un tetto, con portone di pietra e senza finestre, nel lotto comunitario con la doccia-sorgente. Quella fornace casupoliforme è in seguito diventata la salvatrice di tipo l’intera isola.

Nota a parte: Ad un certo punto, non ricordo perché e non ricordo dove fosse Steshi, non avevo potuto mandare Dharzik al lotto comunitario e lui era in punto di morte – Per davvero, dato che non era incinto. Gli alieni hanno rapito Steshi, mica lui. Ho quindi dovuto vendere praticamente tutto per poter costruire una bara verticale di 1 tile x 1 tile + 1 porta (Perché se non ha la porta non vale, devono essere quattro pareti ben sigillate!). Cosa lo dico a fare, Dharzik si ostinava a voler uscire. Al momento, è stata la cosa più frustrante dell’intera challenge, acuita dal fatto che tutto ciò stava succedendo per illogicità.]

La gravidanza arriva finalmente alla sua conclusione. Dharzik panica, Steshi ormai, tra ladri in pelliccia di moffetta, uomini dal cielo dalla pelle verde e caldo che sconfigge le leggi della fisica, ne ha passate talmente tante, talmente assurde, che quasi non batte ciglio.

Sulla spiaggia, durante la pioggia, viene alla luce il primo nato dell’isola: il piccolo Dhub-Fret, Geniale e Virtuoso, con l’aspetto da bambola posseduta tipica dei neonati di TS3. Ma Steshi e Dharzik hanno visto di peggio e già lo amano con tutti loro stessi.

La vita quotidiana riprende: Dharzik pesca con la benedizione della luce delle lucciole, la pittura di Steshi, di una grande forza evocativa, è sempre più richiesta – In particolare per le scene di caccia o di generica truculenza, visto quanto sembri prediligere le macchie rosse. L’arrivo di Dhub, inoltre, sembra aver dato un fermo agli eventi bizzarri che piombavano sulla famiglia Tsodil. Forse gli eventi bizzarri hanno paura delle bambole possedute.

Qualche mese dopo giunge la prima cerimonia del primo passaggio d’età del primo bambino nato sull’isola. La cerimonia prevede di soffiare su un bastoncino infuocato incastonato in un rettangolo di pasta di cereali e frutti assortiti. Dato che la bambola posseduta non può soffiare, ci pensa mamma.

Come nelle favole, il soffio della mamma trasforma la bambola posseduta in un bambino vero. O qualcosa del genere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.